lunedì 10 giugno 2013

"Inferno" di Dan Brown

Regalati l'emozione: "Inferno" di Dan Brown


Il profilo di Dante che ci guarda dalla copertina è il motore mobile di un thriller che di "infernale" ha molto. Il ritmo e poi il simbolismo acceso, e infine la complessità dei personaggi.
Non è sorprendente che lo studioso di simbologia Robert Langdon sia un esperto di Dante.
È naturale che al poeta fiorentino e alla visionarietà con cui tradusse la temperie della sua epoca tormentata il professore americano abbia dedicato studi e corsi universitari ad Harvard.
È normale che a Firenze Robert Langdon sia di casa, che il David e piazza della Signoria, il giardino di Boboli e Palazzo Vecchio siano per lui uno sfondo familiare.
Ma ora è tutto diverso, non c'è niente di normale. È un incubo e la sua conoscenza della città fin nei labirinti delle stradine, dei corridoi dei palazzi, dei passaggi segreti può aiutarlo a salvarsi la vita.
Il Robert Langdon che si sveglia in una stanza d'ospedale, stordito, sedato, ferito alla testa, gli abiti insanguinati su una sedia, ricorda a stento il proprio nome, non capisce come sia arrivato a Firenze, chi abbia tentato di ucciderlo e perché i suoi inseguitori non sembrino affatto intenzionati a mollare il colpo. Barcollante, la mente invasa da apparizioni mostruose, il professore deve scappare.
Aiutato solo dalla giovane dottoressa Sienna Brooks, soccorrevole, ma misteriosa come troppe persone e cose intorno a lui, deve scappare da tutti. Comincia una caccia all'uomo in cui schieramenti avversi si potrebbero ritrovare dalla stessa parte, in cui niente è quel che sembra.

Dopo la nostra anteprima del romanzo ne eravamo elettrizzati, attendevamo la sua uscita con trepidazione e Dan Brown non ha deluso le nostre aspettative.
L'autore riesce a tenere il lettore con il fiato sospeso fino all'ultima pagina.
Gran bella rivelazione in finale, un meraviglioso filo logico dalla prima pagina fino all'ultima.
La scelta di Firenze e Venezia, protagoniste della storia artistica italiana e non solo, fungono da meravigliosa cornice al racconto.

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