domenica 2 marzo 2014

"L'aquila oltre oceano" di Claudio Dotti

1807, primavera.
Mentre la Grande Armée napoleonica flagella l'Europa, e la Spagna guarda timorosa in disparte, uno sconosciuto si aggira da giorni tra le antiche rovine del sito romano di Baelo Claudia, poco a nord dello stretto di Gibilterra. L'uomo cerca affannosamente qualcosa, ma ignora di essere sorvegliato.
Infatti non dovrebbe essere lì, la sua presenza in quei luoghi, decretati inaccessibili nientemeno che dalla Santa Inquisizione spagnola, non è gradita.
Tanto più che lui è un forestiero, si chiama George Drouillard, ed è figlio di un francese e di una pellerossa, e in quell'angolo di terra così lontano dall'America cerca le prove di un accadimento stupefacente che potrebbe riscrivere la Storia.
Ma gli equilibri del potere sono delicatissimi, va mantenuto lo status quo, anche a costo di usare le maniere forti e rispedire lo straniero là da dove è venuto.
Drouillard però non intende arrendersi, il sogno che l'ha portato fin lì può valere anche la sua vita.
Un sogno che è cominciato quando, al seguito della prima spedizione attraverso il continente americano, in mezzo a una tribù dei Piedi Neri era stato avvicinato da un vecchio, che con lo sguardo smarrito e il labbro cascante gli aveva farfugliato delle strane frasi.
Frasi in francese.
Quell'uomo infatti era un bianco, probabilmente un europeo, anche se non ricordava più nemmeno il suo nome.

Leggere questo romanzo non da un attimo di pausa, il ritmo è incalzante dalla prima all'ultima pagina.
Crea una suspense incredibile, è un romanzo concepito inserendo elementi di fantasia in un contesto storico realistico e documentato, che abbraccia oltre due secoli.

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